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Fossili che riscrivono la storia - Il Mese Antropologico

Introduzione Come spesso accade in paleontologia, il ritrovamento di pochi frammenti ossei - o di qualche strumento - fa spostare le lancette dell’evoluzione indietro nel tempo. E’ il caso di due scoperte, pubblicate nel mese di Ottobre - il primo della nostra rubrica “Il Mese Antropologico” - che rivalutano la datazione di due diversi momenti della storia umana: la comparsa del bipedismo (ne ho parlato qui ) e l’occupazione dell’Egeo. Tutto cominciò 10 milioni di anni fa Rinvenuto vicino ad una vecchia miniera in Bulgaria, un frammento di pelvi appartenente al Rudapithecus , un antichissimo ominide di 10 milioni di anni fa, sta forse riscrivendo alcuni aspetti dell’evoluzione umana [ 1 ]. La pelvi è una delle ossa più difficili da trovare in buone condizioni e anche una delle più importanti per determinare il tipo di locomozione (che, per farla spiccia, nel caso dell’uomo e dei suoi antenati/parenti si riduce alla domanda: “cammina solo su due zampe - e quindi ha andatur

Neanderthal e sapiens sono la stessa specie?

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Le recenti scoperte circa l'ibridazione tra Neanderthal e Uomo Moderno (Anatomically Modern Humans, AMH) hanno sollevato quella che fino a 10 anni fa sembrava una domanda banale: Homo neanderthalensis  e Homo sapiens  sono veramente due specie distinte? Il concetto biologico di specie Il concetto biologico di specie  si basa sul fatto che due specie sono differenti in quanto isolate a livello riproduttivo: ovvero, non possono accoppiarsi tra loro o, nel caso in cui riescano, la prole ibrida sarà sterile, e quindi non potrà riprodursi a sua volta. Un fenomeno che viene definito come isolamento riproduttivo . È a causa di tale isolamento che l'uomo non può avere figli con Scimpanzé o Gorilla (le specie attualmente viventi più vicine all'uomo), né tantomeno con altri animali. Noi sappiamo, però, che in tutti gli individui non africani vi è circa il 2% di DNA proveniente proprio dai Neanderthal, a causa di quegli eventi di ibridazione scoperti recentemente e di cui accennav

Alla conquista delle Americhe!

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Una delle caravelle di Cristoforo Colombo, simbolo della scoperta delle Americhe. Il popolamento delle Americhe: un problema ancora in gran parte irrisolto Con l'uscita dall'Africa e la scomparsa delle altre forme umane (Neanderthal, Denisova, Homo floresiensis , ecc.), 50.000 anni fa  Homo sapiens  si era reso protagonista dell'occupazione di Europa, Asia, Australia e ovviamente dell'Africa, continente d'origine. Poche terre rimanevano ancora da conquistare: una di queste era l'America. Il popolamento delle Americhe da parte dell'uomo è sempre stato uno dei temi più dibattuti della ricerca antropologica: chi erano gli Amerindi? quali rotte migratorie hanno seguito? quando sono arrivati in America? sono solo alcune delle domande a cui ancora oggi tentiamo di dare una risposta. Per fortuna, grazie ai progressi di genetica, paleontologia e geologia ora ne sappiamo un po' di più, ma numerosi aspetti rimangono ancora da chiarire. Da dove sono venut

50 sfumature di melanina: storia del colore della pelle

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Le innumerevoli sfumature del colore della pelle. ©Sarah Leen, National Geographic Gli studi etnografici e la tassonomia razziale Nero, bianco, giallo, rosso: così Linneo (Carl von Linné, 1707-1778) definiva nel Systema Naturae  del 1758 i diversi colori della pelle umana in relazione alla 'specie' di appartenenza. L'Africano era nero, l'Asiatico giallo, l'Europeo bianco e l'Americano rosso (d'altro canto, chi non ha mai sentito parlare dei "pellerossa"?); i colori poi erano legati ad altre caratteristiche, sia fisiche sia socio-comportamentali. Lungi dall'essere fuori dal mondo, quella di Linneo era una classificazione perfettamente in linea con la cultura scientifica del XVIII e XIX secolo, periodo in cui lo studio delle caratteristiche fisiche costituiva la base dell'antropologia e degli studi etnico-razziali. Oggi, per fortuna, sappiamo che il colore della pelle non è in alcun modo legato a personalità e comportamento, e da u

Il campo magnetico ha ucciso i Neanderthal (?)

In questi giorni notevole risalto mediatico è stato dato alla "notizia" che l'uomo di Neanderthal sarebbe scomparso a causa di un <<crollo (a circa il 25% del valore attuale) improvviso del campo magnetico terrestre>> [1]. Si tratta di uno studio del Cnr-Ismar di Bologna, in collaborazione con la Florida, ad opera di due paleoclimatologi, Luigi Vigliotti e Jim Channel. La "notizia" ovviamente suona incredibile ai nostri occhi, e forse il problema è proprio questo. Ma vediamo insieme per quale motivo (anzi, per quali motivi), bisogna guardare con occhio critico affermazioni simili. Ipotesi o certezza? Innanzitutto, nell'articolo di Repubblica si parla di IPOTESI , e non di una tesi comprovata o di una risposta certa (anche perché di risposte certe al mondo direi che ce ne sono veramente poche). L'enciclopedia Treccani definisce l'ipotesi in senso scientifico  come << prima formulazione di una legge, non ancora sperimentata