Alla conquista delle Americhe!

Una delle caravelle di Cristoforo Colombo, simbolo della scoperta delle Americhe.

Il popolamento delle Americhe: un problema ancora in gran parte irrisolto
Con l'uscita dall'Africa e la scomparsa delle altre forme umane (Neanderthal, Denisova, Homo floresiensis, ecc.), 50.000 anni fa Homo sapiens si era reso protagonista dell'occupazione di Europa, Asia, Australia e ovviamente dell'Africa, continente d'origine. Poche terre rimanevano ancora da conquistare: una di queste era l'America.
Il popolamento delle Americhe da parte dell'uomo è sempre stato uno dei temi più dibattuti della ricerca antropologica: chi erano gli Amerindi? quali rotte migratorie hanno seguito? quando sono arrivati in America? sono solo alcune delle domande a cui ancora oggi tentiamo di dare una risposta. Per fortuna, grazie ai progressi di genetica, paleontologia e geologia ora ne sappiamo un po' di più, ma numerosi aspetti rimangono ancora da chiarire.

Da dove sono venuti?
Una delle prime domande che gli antropologi si sono posti è: quale rotta migratoria hanno seguito gli Amerindi? Da dove sono venuti? Il problema è rilevante, poiché l'America è un continente isolato e separato dalle altre grandi terre emerse (Asia, Africa ed Europa) da due oceani, l'Atlantico e il Pacifico.
La Geologia ci ha fornito delle risposte interessanti: gli antichi Amerindi sono passati dalla Beringia, l'area che si estende dalla Siberia all'Alaska, oggi separate dall'omonimo Stretto di Bering. C'è stato un tempo, infatti, in cui Siberia e Alaska erano unite tra loro: si tratta dell'ultimo maximum glaciale (Last Glacial Maximum, o LGM), il periodo di massima espansione dei ghiacci riferito all'ultima era glaciale e risalente a 26.000 anni fa. In quest'epoca, il livello del mare era più basso di circa 125 metri rispetto a quello odierno [1]: ciò significa che molte terre oggi sommerse erano invece percorribili, e una di queste era proprio la Beringia. Fu grazie a tali condizioni che gli uomini dell'epoca riuscirono a raggiungere il Nord America, i cui ghiacci si estendevano fino all'attuale città di New York. I primi colonizzatori del "Nuovo Mondo" provenivano quindi dalla Siberia.

I primi Amerindi arrivarono dall'Asia attraversando la Beringia, una terra ghiacciata che collega la Siberia all'Alaska.

Una pausa lungo il viaggio
I ricercatori hanno scoperto però che la Beringia non fu solamente un ponte di collegamento tra Siberia e Alaska, ma una terra che alcuni gruppi scelsero come vera e propria casa [2]: qui, secondo i dati più recenti, le popolazioni provenienti dalla Siberia sostarono per circa 8.000 anni prima di muovere nuovamente verso sud attraverso i ghiacci del Nord America.
Durante l'ultimo periodo glaciale (LGM), gli abitanti della Beringia avrebbero trovato in queste terre un clima relativamente umido e temperato (rispetto alla Siberia) e una vegetazione adatta al sostentamento e all'uso del fuoco, come arbusti legnosi e alberi.

"Pacific coastal Route" vs "Ice-free corridor Route"
Il motivo per cui alcune popolazioni si stanziarono in Beringia, e solo dopo otto millenni di isolamento proseguirono il proprio viaggio verso il Nord America, è che probabilmente quella strada non era percorribile. Diversi studi dimostrerebbero, infatti, che fino a 12.600 anni fa, la zona orientale della Beringia e l'estremo ovest del Nord America erano ricoperti da un'estesa coltre di ghiaccio che non permetteva il passaggio né ad animali né a piante (e di conseguenza, neanche all'Uomo).
È solo a partire da 12.600 anni fa, con lo scioglimento di tali ghiacci, che gli uomini poterono attraversare il cosiddetto "corridoio" di terra ("libero dal ghiaccio") ivi formatosi, raggiungendo le zone interne del Nord America [3].

Altri studi dimostrano però che prima di tale epoca, a partire da circa 16.000 anni fa, era disponibile un altro passaggio, che gli antenati degli Amerindi sfruttarono efficacemente: la "Pacific coastal Route", ovvero una rotta lungo le coste del Pacifico [4]. Tale passaggio permise una prima espansione verso sud dei popoli della Beringia, che poterono sfruttare le numerose risorse ittiche offerte dall'Oceano Pacifico; tuttavia, la vera e propria occupazione su larga scala del continente (nord)americano iniziò solo con l'apertura del corridoio inter-glaciale.

Estensione delle calotte glaciali di Laurentide e Cordigliera e dettaglio dei siti archeologici (puntini neri) e fossili (rossi) tra la Siberia e il Nord America. Nella ricostruzione si può apprezzare anche l'estensione della Beringia, una terra molto vasta in cui alcuni gruppi provenienti dalla Siberia trovarono casa. ©Potter B.A. et al (2018)


Sempre più giù!
Affamati di nuove risorse e mossi dallo spirito di esplorazione tipico della nostra specie, gli uomini giunti in Nord America non impiegarono molto tempo a scoprire un altro immenso territorio: l'America del Sud.
Con l'apertura del corridoio inter-glaciale nord-americano, alcuni gruppi di Paleo-indiani avrebbero raggiunto la porzione più settentrionale del Sud America a partire da 15-16 mila anni fa. Successivamente, queste popolazioni avrebbero occupato il territorio sudamericano seguendo le coste dell'Atlantico e del Pacifico. In circa 1.000-2.000 anni, i Paleo-indiani avrebbero raggiunto l'estremo sud del continente, dove confluirono le due ondate migratorie costiere.
La catena montuosa delle Ande, con cime che superano abbondantemente i 4.000-5.000 metri di altezza, e le impervie foreste dell'Amazzonia avrebbero funto da barriera geografica per migliaia di anni, separando le popolazioni sudamericane in senso est-ovest, e rendendo isolate quelle del lato occidentale affacciato sull'Oceano Pacifico, che ha un'estensione decisamente inferiore rispetto a quello orientale [5].

Il possibile scenario del popolamento dell'America del Sud ricostruito da Gómez-Carballa A. e Salas A. ©Gómez-Carballa A.Salas A. et al (2018)


E gli Eschimesi?
I primi gruppi a popolare la zona artica americana, noti come paleo-Eschimesi, si insediarono all'incirca 5.000 anni fa. Anch'essi provenivano dalla Siberia orientale e, attraversando la Beringia, arrivarono nei territori più settentrionali del continente americano. Una parte si diresse nel sud dell'Alaska, dando origine alla cultura e lingua Na-Dene; altri mossero verso nord-est dando vita alla cultura Saqqaq. Tra i 5.000 e i 4.500 anni fa iniziò anche l'occupazione delle Isole Aleutine, popolate dagli omonimi gruppi di Aleutini (i quali parlano le cosiddette lingue eschimo-aleutine).
Successivamente, i paleo-Eschimesi furono raggiunti e in gran parte sostituiti circa mille anni fa dagli antenati degli attuali Inuit e Yup'ik, due diverse culture dell'Artico.
Diversi studi hanno dimostrato che un'ancestralità di tipo paleo-Eschimese è presente in entrambi gli attuali gruppi Na-Dene ed Eschimo-Aleutini: ciò suggerisce quindi che, nonostante l'evidente differenza (soprattutto culturale e linguistica) i due grandi gruppi artici abbianno un'origine comune [6].




Conclusioni
Quindi, ricapitolando: i primi "esploratori" arrivarono nel continente americano circa 26.000 anni fa partendo dalla Siberia e attraverso le terre ghiacciate della Beringia. Fu solo a partire da 15-16.000 anni fa, però, che - grazie allo scioglimento dei ghiacci - gli abitanti del Nuovo Mondo poterono colonizzare l'intero continente, raggiungendo in poco tempo l'estremo sud della Patagonia. Infine, a partire da circa 5.000 anni fa anche le zone artiche vennero raggiunte dall'Uomo, dando vita alle prime culture paleo-Eschimesi.


Riferimenti:
1) "Glaciers and Sea Levels" - U.S. Geological Survey. U.S. Department of the Interior. 30 May 2012. Archive from the original on 4 January 2017. Retrieved 4 January 2017
2) Burgeon L. et al (2017): Earliest human presence in North America dated to the Last Glacial Maximum: new radiocarbon dates from Bluefish Caves, Canada. PLoS One.
3) Pendersen M.V. et al (2016): Postglacial viability and colonization in North America's ice-free corridor. Nature
4) Mulligan C.J, Kitchen A., Miyamoto M.M. (2008): Updated Three-Stage Model for the Peopling of the Americas. PLoS One.
5) Gómez-Carballa A, Salas A, et al (2018): The peopling of South America and the trans-Andean gene flow of the first settlers. Genome Research.
6)Flegontov P. et al (2019): Paleo-Eskimo genetic ancestry and the peopling of Chukotka and North America. Nature.

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