Neolitico: la prima grande rivoluzione

Il Neolitico, da νέος (nèos, "nuovo") e λίθος (lithos, "pietra"), cioè "Età della pietra nuova", è l'epoca successiva al Paleolitico, l'Età della "pietra vecchia". Il termine fu coniato nel 1865 da John Lubbock, a indicare una marcata differenza nella lavorazione della pietra rispetto al periodo precedente: nel Neolitico, infatti, viene introdotta la levigatura.

Ciò che cambia veramente nel Neolitico, però, è lo stile di vita dell'uomo (Homo sapiens): un cambiamento così profondo che si parla di "Rivoluzione".

Una fase precedente e transitoria è invece il Mesolitico (10-15 mila anni fa). In questo periodo, l'uomo inizia a raccogliere e selezionare alcuni cereali selvatici e a erigere le prime grandi costruzioni in pietra, i 'megaliti': i più antichi sono stati rinvenuti in Medio Oriente, e risalgono alla fine del Mesolitico.


Gobekli Tepe, nell'attuale Turchia, è la civiltà megalitica più antica (oltre 11.000 anni)

Agricoltura e allevamento
Il Neolitico segna la fine del sostentamento tramite caccia e raccolta [1] e il passaggio ad agricoltura e allevamento: un tipo di alimentazione che da allora l'uomo non ha più abbandonato. Vengono selezionate le varietà vegetali meglio adattate alle esigenze dell'uomo e all'ambiente in cui vive: sono quelle con elevata produttività, possibilità di allevamento in zone difficili, gusto più piacevole, ecc. Comprendono: cereali (grano, farro, orzo, riso, ecc.), legumi (fagioli, piselli, lenticchie, ceci, ecc.), alberi da frutto, tuberi e tanto altro ancora.

Negli animali si cercano caratteristiche come la facilità di allevamento, la prestanza fisica (come forza lavoro), la grandezza e la possibilità di ricavarne prodotti secondari come latticini e lana. Vengono scelti quindi maiali, bovini, anatre, polli, pecore e persino lama e alpaca.

Centri di addomesticamento delle piante

Società
Con il passaggio al Neolitico, i piccoli nuclei nomadi di cacciatori-raccoglitori aumentano di dimensioni e diventano stanziali: compaiono così i primi grandi gruppi composti da decine o centinaia di persone, che ora necessitano di veri e propri villaggi. Compare inoltre la prima netta divisione dei compiti (nei lavori, in famiglia e nel gruppo) e il lavoro si fa sempre più specializzato.

Conseguenze
Il risultato è una maggiore abbondanza di cibo, che ora viene prodotto in modo controllato e conservato per i periodi di magra, proveniente però da una minor quantità di varietà animali e vegetali (con caccia e raccolta, invece, l'uomo aveva a disposizione tutti i tipi di animali e vegetali commestibili). Questo riduce notevolmente la variabilità dietetica: l'uomo ora dipende quasi totalmente da frumento, riso, mais, patate, maiale, manzo e pollo.
Il 50-70% delle calorie assunte è costituito da amido, mentre cala drasticamente la porzione di proteine.Grazie all'utilizzo dei derivati del latte iniziato nel Neolitico, l'uomo svilupperà inoltre, nei millenni successivi, la tolleranza al lattosio.

Anche la comparsa di alcune malattie infettive è dovuta alla transizione neolitica, in particolare alla vicinanza con gli animali addomesticati. Si diffondono, infatti, malattie come morbillo, tubercolosi e vaiolo (dai bovini), influenza e pertosse (dai maiali) e malaria.

Ma il Neolitico porta anche novità positive: l'aumento della mortalità ,causato dalle nuove malattie, è compensato da un ancor maggiore aumento della fecondità (cioè nascono in media più figli per ogni donna in età riproduttiva): la causa è da ricercarsi nell'abbandono del nomadismo, condizione che normalmente non permette di avere un numero elevato di figli, a causa delle grandi quantità di cibo e tempo di cui necessitano per essere cresciuti.


Andamento della popolazione (in blu) dal Paleolitico in poi. Si nota il primo picco di aumento
in corrispondenza della Rivoluzione neolitica ("Agricultural revolution")

Dappertutto, contemporaneamente
Per concludere, una delle peculiarità della Rivoluzione Neolitica: agricoltura e allevamento non comparvero in un unico luogo, ma furono bensì il risultato di uno stesso processo di transizione culturale avvenuto quasi contemporaneamente, in un arco poche migliaia di anni, in diverse parti del mondo.

Dai centri di diffusione dell'agricoltura, poi, idee, tecnologie e prodotti alimentari si diffusero nelle restanti aree del globo. Nell'arco di poche migliaia di anni (da 11.000 a 5.000 anni fa), la grande maggioranza delle popolazioni umane aveva completato il passaggio da caccia/raccolta e nomadismo ad agricoltura/allevamento e sedentarietà.
I centri più importanti, dai quali provengono la maggior parte di vegetali e carni che ancora oggi consumiamo, si trovano in Medio Oriente (grano e orzo), India (riso), Asia orientale (soia, riso, miglio), Mesoamerica (mais e fagioli) e Ande (fagioli e patate).

Le aree in cui comparve l'agricoltura (in giallo) e le sue vie di diffusione (frecce rosse)

Il Neolitico fu quindi un epoca di profondi cambiamenti per l'uomo, che ancora oggi segnano le diverse società del mondo. La produzione di alimenti tramite agricoltura e allevamento, infatti, è un'abitudine che l'uomo non ha più messo in discussione: tutte le società odierne si basano ancora sugli stessi principi di sostentamento e da essi dipendono.

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Nota 1: fino al secolo scorso vi erano ancora diverse popolazioni che si affidavano a caccia e raccolta (la maggior parte hanno effettuato la transizione allo stile di vita occidentale in seguito all'incontro con coloni ed esploratori europei). Esempi sono: gli Indios e Yanomami dell'Amazzonia, i Pigmei dell'Africa equatoriale, le popolazioni Kung! del deserto Kalahari, gli Inuit (cacciatori specializzati) e gli aborigeni australiani.

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Image credits: www.sci-news.com (1); Canningham/Salgo (2)

Bibliografia e approfondimenti:
1) Ancient History Encyclopedia: Neolithic Period
2) Genograpich Project
3) "The Agricultural Revolution: Crash Course World History #1" (video in inglese)

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